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MARCO BRICCO
C’È BISOGNO DI TEATRO
Per un teatro vivo di incontri e relazioni
È molto bello il teatro:
ci si immagina, ci si inventa
e poi si sperimenta
(un bambino di 8 anni).
Il teatro è fatto di persone. La vita è fatta di persone. Non tanto e non solo di bambini o ragazzi, insegnanti o genitori, disabili o detenuti, italiani o stranieri.
Persone che vivono e crescono, che percorrono diverse realtà, che fanno i conti ogni giorno con gioie e tristezze, con tentennamenti e paure, con preziosi incoraggiamenti e cocenti delusioni.
Persone che desiderano e sognano o ancora non sanno bene cosa significhi, perché troppo impegnati nella curiosa e quotidiana scoperta del presente; oppure che semplicemente non sognano più, perché le ferite del vivere frenano ogni possibile speranza di riscatto.
In tanti anni di lavoro nella scuola, negli asili nido, nei servizi per la disabilità, nelle carceri, ne ho incontrate molte di quelle persone e da loro ho imparato a mettere da parte ogni possibile categoria, ad andare oltre per incamminarci, tutti insieme, su quel terreno al tempo stesso accogliente e fragile che chiamiamo teatro. In quella speciale zona franca, dove la riscoperta del piacere del gioco di finzione ha la capacità di rivelarci parti nascoste di noi stessi, mentre giochiamo ad essere altro da noi. Dove i confini tra le persone si spostano e si diradano, aprendo spazi ad imprevedibili scoperte. Dove si rinnova e si coltiva il gusto, la cura e la meraviglia di relazioni fondate su di un con-tatto reale e vitale con l’altro.
Questo è il teatro in cui credo e che propongo. Un teatro di persone, di incontri e di relazioni, sempre alla ricerca di un equilibrio armonico tra il piacere leggero e ludico del divertimento e la forza significativa della profondità, alla ricerca di un senso condiviso che muova pensieri ed emozioni. Un teatro che in ogni sua forma – da quella più semplice, giocosa e laboratoriale a quella più drammaturgicamente complessa nei suoi esiti spettacolari finali – sia testimonianza delle persone che lo praticano, sia racconto originale del gruppo che lo mette in scena, sia una sorta di teatro autoctono capace di appartenere profondamente a chi ne è parte.
Ispirandosi a questi principi, sono nati percorsi di teatro al nido; di teatro rivolto alla scuola primaria e secondaria, a volte fatto di semplice alfabetizzazione teatrale, a volte legato a tematiche particolari individuate con gli insegnanti, con incontri finali aperti o spettacoli più o meno drammaturgicamente complessi; di teatro rivolto a persone con disabilità, a volte da sole, a volte con bambini e ragazzi della scuola; di teatro tra genitori e figli insieme; di teatro rivolto a detenuti; di teatro proposto come formazione per insegnanti e educatori. E con questi stessi principi, sono nati percorsi in cui la matrice teatrale ha incrociato altri linguaggi artistici, diventando teatro-musica o teatro-danza oppure portando alla produzione di corti di cinema di animazione e docufilm.
Un’ampia e variegata tipologia di percorsi e prodotti finali che, pur nella loro diversità ed originalità, si connettono tutti ai principi descritti; gli stessi che mi spingono anche a dare la massima disponibilità nel creare, insieme ad ogni possibile referente, progetti originali che partano da particolari esigenze, contesti, contenuti o proposte.